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Pozzo Dorico

L’area del foro dell’antica Cora viene individuata nella città bassa (Cori valle), al centro di un vasto settore urbano articolato in tre terrazze, di cui quella mediana, sostenuta da un possente muro in opera poligonale di I maniera, è di certo la più antica, datata all’inizio del V secolo a.C. Questa vasta area rettangolare doveva ospitare i più importanti edifici pubblici della città, inglobati poi e in parte riutilizzati nelle murature medievali e moderni. All’estremità sudorientale sono tuttora apprezzabili i resti monumentali del tempio dei Dioscuri, uno dei più antichi ed importanti santuari della città.

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Gli studi documentano almeno tre fasi edilizie succedutesi dal V sec. a.C. fino alla sua monumentalizzazione avvenuta intorno al 100 a. C., quando venne utilizzato il travertino per edificare la parte anteriore del tempio (originariamente a sei colonne sulla fronte) e il tufo per la cella di culto, costruita in opera incerta, con pareti rivestite da un ricco intonaco imitante il marmo e un pavimento rivestito da mosaico bianco e nero. Nella cella centrale, all’interno di un baldacchino, erano probabilmente ospitate le statue dei gemelli Castore e Polluce in marmo di Paros, i resti delle quali si trovano ora all’interno del Museo di Cori. Di fronte al tempio vi è la chiesa del SS. Salvatore, sorta in età medievale e largamente rimaneggiata nei secoli successivi: al suo interno ospita alcune tra le opere d’arte più significative realizzate a Cori, come la circoncisione di Gesù, attribuita a Giovan Battista da Novara e gli affreschi del pittore fiorentino Anastasio Fontebuoni.
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Alla prima terrazza forense, tra il IV e III sec. a.C., ne venne aggiunta un’altra ad un livello superiore, sorretta da un muro in opera poligonale di III maniera, dalla quale proviene la statua porfirea della dea Minerva, rinvenuta alla fine del ‘500, che adorna il palazzo senatorio in piazza del Campidoglio a Roma, statua conosciuta come “Minerva Capitolina”. Su questa terrazza doveva trovarsi un imponente edificio di culto, di poco più piccolo del tempio dei Dioscuri, al quale va attribuita una serie di capitelli corinzio-figurati, ora esposti nel Museo. In età tardo repubblicana, tra il II e il I sec. a. C., venne aggiunta un’ulteriore terrazza a valle: un’ampia platea artificiale, oggi chiamata piazza di Pozzo Dorico, sorretta da sette vani rettangolari, coperti con volte a botte, dei quali tre adibiti a cisterna e i restanti destinati probabilmente allo stoccaggio, alla vendita o alla trasformazione di materie prime.

POLIS-È-MIA – codice unico progetto F82JI7000100001 – con D.D. G14038 del 18/10/2017 parte di “Giovani 2017: Aggregazione, prevenzione e supporto”

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