Passeggiare tra boschi di faggi e lecci, avvistare i rapaci locali, un istrice o una volpe, sotto lo sguardo vigile di Monte Lupone: se è la natura ciò che cercate, Cori e i Monti Lepini sapranno soddisfarvi.
Geologia
Abbarbicata su una collina, a circa 380 metri di altitudine, Cori prospera ai piedi di Monte Lupone (1378 m), una tra le cime più alte della catena dei Monti Lepini.
Osservate per un attimo le cime dei monti intorno al paese e noterete subito la loro caratteristica principale: sono brulle. Come la maggior parte dei Lepini, il territorio corese è costituito per lo più da calcari, calcari dolomitici e dolomie, che provocano fenomeni di carsismo insoliti nel Centro Italia: l’acqua, cioè, tende a penetrare in fretta nel sottosuolo e a ricomparire in sorgenti più a valle, lasciando aride le sommità. Di qui, l’abbondanza di cavità carsiche.
Fa eccezione l’area più a ovest, verso Giulianello: qui non ci sono montagne, ma più che altro colline dalla sommità pianeggiante e la roccia prevalente è il tufo, di origine vulcanica. La zona, infatti, era sotto l’influenza dell’antico Vulcano Laziale, da cui ha avuto origine il Lago di Giulianello.
Flora e fauna
Le pendici delle colline sono una lunga distesa di vigneti e, più su, di oliveti, mentre oltre i 600 metri accanto all’olivo compare anche il castagno. Qui trovano riparo tordi, beccacce e colombacci, ma anche l’upupa, il cuculo, il barbagianni e l’allocco, e non è difficile incontrare cinghiali, volpi, ricci, donnole, tassi e lepri.
Nella fascia mediana, un tempo era il leccio il vero signore, ma ora se ne trovano piccoli gruppi, frammisti ad aceri, cerri, carpini e noccioli, mentre ai lati dei boschi crescono arbusti di ginestra ed erica.
Dai 1000 metri in su, aceri e querce lasciano il posto a fitte e imponenti faggete, che proteggono con la loro ombra tassi e agrifogli. Qui vivono cinghiali e rapaci, come l’astore, lo sparviero, la poiana e il biancone.