Due colonne corinzie che sfidano il cielo e i millenni, i resti dell’imponente tempio dei Dioscuri affacciati su una terrazza panoramica: siete nel foro romano, il cuore di Cori antica. Preparatevi a tornare indietro di oltre 2000 anni.
Il tempio dei Dioscuri, o tempio di Castore e Polluce, sorge nel cuore dell’antico foro. Qui tutto parla della grandezza di Cori che fu: i resti del tempio, ma anche le innumerevoli tracce degli edifici pubblici che un tempo sorgevano nello spazio tra il tempio dei Dioscuri, piazza Montagna, via delle Colonne e piazza Pozzo dorico. L’area del tempio comprende la zona recintata dove sorgeva la cella e, dall’altro lato della strada, le due colonne con architrave che facevano parte della facciata principale.
La facciata
I resti della facciata risalgono agli inizi del I sec a.C.: due delle sei colonne originarie in stile corinzio, dove si vedono ancora tracce dello stucco che le rivestiva, poggiate su quel che rimane del podio. Parti di una terza colonna, appartenente al lato destro, sono inserite nel muro di una casa privata. Sull’architrave, un’iscrizione dedica il tempio a Castore e Polluce e nomina i committenti, due magistrati che curarono l’edificazione con denaro proveniente dal tesoro del tempio: “m Castori Pollici de c[insili] s[ententia] fac[…]/ Marcus Calvius M[arci] f[ilius] P[ubli] n[epos]”. Affacciatevi alla terrazza per apprezzare il panorama sulla pianura e un bel colpo d’occhio sulla sottostante piazza Pozzo Dorico.
La cella del tempio
Quella che vediamo è molto probabilmente l’ultima sistemazione di un tempio più antico, databile tra la fine del IV e gli inizi del II sec. a.C. A questa fase appartengono alcune fondazioni della parte posteriore del tempio che ospitava la cella, corrispondente all’area recintata sull’altro lato della strada. Qui si riconoscono tre ambienti. In quello centrale si vedono ancora frammenti del pavimento, a mosaico bianco e nero, e dell’intonaco dipinto a finto marmo che decorava le pareti.
Le statue dei Dioscuri
Le statue dei Dioscuri dovevano essere nella cella centrale ed erano certo di dimensioni imponenti, a giudicare dai pochi frammenti rinvenuti: alti circa 1,90 metri, in marmo di Paros, Castore e Polluce apparivano armati e tenevano alla briglia cavalli alti 1,70 metri. Le statue erano sotto un baldacchino composto da quattro colonne addossate alla parete di fondo della cella, sormontate da un soffitto a cassettoni. Tutti i frammenti rinvenuti sono custoditi oggi nel Museo della città e del territorio.