L’edificio rappresenta un elegante compromesso tra la tradizione italica dei templi tuscanici e la tradizione tardoellenistica che, a partire proprio dal II secolo a.C., diede vita a forme architettoniche originali, sperimentate nei maggiori santuari del Lazio: lo stile dorico, reinterpretato localmente, appare qui più raffinato e slanciato rispetto agli esempi greci.

Di particolare complessità è la dedica originaria del tempio, che sembra non avere proposte soddisfacenti, in quanto attualmente nessun elemento permette di attribuirne il culto ad una specifica divinità.

Sulla terrazza superiore dell’acropoli, in età medievale, venne costruita la chiesa di S. Pietro, poi distrutta dai bombardamenti del 1944, e della quale rimane visibile la torre campanaria, secondo un rifacimento ottocentesco.