Nascosta tra i vicoli, la chiesa di Santa Maria della Pietà racchiude come un’ostrica le sue perle: un antichissimo candelabro pasquale, un’urna antica per altare, dipinti seicenteschi e un organo di pregio.
Bella fuori…
Nascosta tra i vicoli a monte di porta Romana, la piazza della collegiata di Santa Maria della Pietà a Cori si svela inaspettata. Come S. Oliva, sorge sui resti di un tempio antico di cui resta qualche traccia, probabilmente dedicato alle dee Diana e Fortuna. La chiesa fu edificata tra XI e XIII sec. e poi rimaneggiata più volte. L’interno attuale, con richiami barocchi, è del XVII sec., mentre la facciata è del Settecento.
Fino a qualche anno fa le nicchie sulla piazza contenevano statue di epoca romana. Oggi ne resta solo una, conservata nel Museo della Città e del Territorio.
Accanto alla chiesa sorge il quattrocentesco Oratorio della Confraternita del Gonfalone, mentre il palazzo che domina la piazza sottostante era la residenza del notaio Antonio Fasanella, figura di spicco della Cori quattro-cinquecentesca.
… Sorprendente dentro
È nel silenzio delle sue navate che Santa Maria conserva le perle più rare. Accanto all’altare, il candelabro per il cero pasquale del XII sec. è il più antico del suo genere. Reggeva un cero che veniva acceso il giorno di Pasqua, a indicare la Resurrezione di Cristo. Per questo è ricco di simbologie legate alla Pasqua. Per le influenze bizantine che mostra, potrebbe provenire dall’area dell’abbazia di Montecassino, che aveva stretti legami con l’Oriente. Osservate anche l’altare: sulla colonna poggia un’urna cosmatesca dell’XI-XII sec.
La chiesa è decorata con notevoli dipinti del Seicento, tra cui la Pentecoste attribuita ad Anastasio Fontebuoni, la Madonna col Rosario e la Pietà al centro del coro. Sulla cantoria della controfacciata torreggia un organo a canne del 1630, di gran pregio.